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Da Lombroso a De Sanctis e Dalma, scienziati italiani all’alba della psicoanalisi
Questo saggio conclude idealmente una trilogia dedicata alla nascita della psicoanalisi in Italia. Dopo aver esplorato nei primi due volumi le vicende di Edoardo Weiss e di Vanda Shrenger Weiss, i maggiori artefici dell’introduzione delle idee freudiane a Trieste e a Roma negli anni Venti e Trenta, l’autrice amplia la sua ricerca con nuove indagini su fonti archivistiche, cartacee e digitali. Il testo analizza le iniziali tracce del pensiero psicoanalitico nel contesto scientifico e culturale italiano tra Ottocento e Novecento, con particolare riguardo a intrecci e risonanze tra Sigmund Freud e il padre della criminologia, Cesare Lombroso. Viene messo in luce un comune retroterra positivista ed evoluzionista, dove il “paradigma indiziario” avvicina i due scienziati, entrambi tesi a indagare il lato oscuro dell’animo umano. Attraverso documenti poco o affatto noti, si ricostruiscono eventuali contatti, parallelismi e rispecchiamenti teorici tra i due autori, oltre a curiosi e suggestivi episodi.
Un’attenzione particolare è poi destinata alla figura di Sante De Sanctis, lo “scienziato del sogno”, posto in dialogo con il coevo, rivoluzionario testo freudiano, L’Interpretazione dei sogni.
Uno spazio di riguardo è infine riservato al misconosciuto Giovanni Dalma, un coraggioso pioniere della psicoanalisi, che coniuga il metodo di ricerca sperimentale all’esplorazione psicoanalitica della sofferenza umana. Un emblematico modello di studioso e di clinico in transito dalla psichiatria biologico-determinista a quella aperta alle scoperte psicologico-psicoanalitiche.
Il volume si propone come un contributo originale alla storiografia psicoanalitica, rivelando precoci tracce freudiane nella letteratura scientifica italiana e valorizzando figure e contesti dimenticati. Il risultato è una narrazione documentata e appassionata, che recupera le radici profonde della psicoanalisi nel nostro paese.