Sognare: una seconda opportunità

Gli autori
Cappuccini Cecilia

Cappuccini Cecilia

Psicologa e Psicoterapeuta Analitico Archetipica

Fargnoli Amato Luciano

Fargnoli Amato Luciano

Psicologo, criminologo, psicoterapeuta

Parise Saverio

Parise Saverio

Psicologo Analista

È un lavoro a più mani, ognuno con prospettive e sottofondo culturale diverso, ma, tutti orientati concordemente a restare nell’ambito del fenomeno onirico.
Partiamo da una premessa affidandoci ad una lettura del fenomeno onirico che dice: “…anche se i sogni nascono dalla nostra mente e riguardano i nostri personali meccanismi psicologici, quello che si sogna non ci appartiene sino in fondo, e non solo perché nessuno può dirigere o controllare le proprie fantasie notturne. Penetrando nel sogno si entra in un’altra sfera dell’esistere, dato che si passa dalla realtà tridimensionale della veglia a quella multidimensionale dell’inconscio” (Giulio Guidorizzi, Il compagno dell’anima, i Greci e il sogno, Raffaello Cortina Editore, p. 31).
Sognare, quindi, sarebbe una seconda opportunità esistenziale con la funzione di farci accedere ad un mondo, Altro, del quale i limiti del corpo non avrebbero altrimenti contezza. Le immagini del sogno arrivano alla coscienza, attraverso la mediazione del sistema della memoria, e  rappresenta quella ‘opportunità’ di ‘dialogo tra le due dimensioni’.  
Per la cultura greca, il sogno rappresenta: “… il girovagare dell’anima …” non è l’anima del dormiente che esce dal corpo per aggirarsi nel mondo degli spiriti, ma al contrario il mondo invisibile varca attraverso i sogni la barriera dell’Io e arriva a visitare il dormiente” (G. Guidorizzi, op. cit. p. 82).
Ancora un mondo, Altro, rispetto ad un vivente incarnato. Due dimensioni che, attraverso la dimensione onirica, trovano una possibilità di dialogo.

Anteprima

>