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- Forse tu non pensavi ch'io Loïco fossi! Lettura del Seminario XVI …
[…] l’ossessivo si riferisce sì al modello hegeliano del signore e del servo ma con questa variante importante: egli non solo non si prende per il signore ma per il servo, ma in aggiunta, da servo, suppone il signore sapere ciò che egli stesso (il servo) vuole.
Lo stesso modello possiamo trasferire all'isterica. L’isterica assume come fulcro e riferimento la donna. Ma la donna per l’appunto, come siamo soliti dire con Lacan, non si sa che cosa sia, non più del resto di quanto non si sappia che cosa sia un signore. La qualificazione di coglione si attaglia altrettanto bene al signore che alla donna. Della donna tutto ciò che si può delineare è l'articolazione, nel campo dell'Altro, di ciò che ne è di essa ma questa è cosa ben diversa dal coglierne la vera essenza. Mentre l’Un Altro – cioè il significante S2 dentro il campo dell’Altro – per l’ossessivo è il servo, per l’isterica è F, il Fallo. È così che dal miraggio duale si perviene all’identificazione della donna al livello dell’Uno, intanto che al suo orizzonte si profila l’Altro come insieme vuoto, si profila cioè indubbiamente un corpo ma un corpo, non dimentichiamolo, svuotato di godimento.
Possiamo ora finalmente costruire un sistema di corrispondenze: come il signore rischia la vita, la donna scommette sul godimento. Non sul suo godimento, che è inaugurale, preesistente e che rimane, anche nella scommessa, sempre accessibile, peraltro senza nessuno degli sforzi che caratterizzano l’autoerotismo maschile, ma il godimento che ella trae dall’essere la donna dell’uomo, dall’essere la donna che soddisfa il godimento dell’uomo. La posta in gioco della partita diventa così il godimento dell’uomo, a cui la donna si vota e da cui diventa dipendente come il signore dal suo servo. Il godimento dell’uomo gioca dunque nell’isterica lo stesso ruolo che la morte gioca nell’ossessivo. Ed è altrettanto falso dire che la donna si identifica a questo godimento quanto è falso dire che il signore si identifica alla morte; bisognerebbe invece dire più correttamente che, come il servo è legato alla morte e sussiste solo in relazione alla morte – poiché se la morte lo colpisce, come già abbiamo detto, si fermerà tutto il sistema – così l’uomo è legato alla castrazione, che gioca qui un ruolo di equivalente della morte. Il corrispettivo pertanto del perinde ac cadaver dell’ossessivo è nell’isteria la necrofilia, cioè l’erotismo legato a un corpo morto e l’esempio storico più lampante è forse quello di Giovanna la Pazza che si trascina appresso per quindici giorni la salma dello sposo defunto Filippo il Bello.
Alla stregua dell’ossessivo che non si prende per il signore, l’isterica non si prende per la donna, ma dalla posizione dell’uomo fa della donna il soggetto supposto sapere, il soggetto supposto sapere ciò che occorre per il godimento dell’uomo.