• Angoscia ed esistenza:
Fenomenologia e Psicopatologia
    Psichiatria

    Angoscia ed esistenza:
    Fenomenologia e Psicopatologia

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Angoscia ed esistenza: Fenomenologia e Psicopatologia

Gli autori

L’angoscia è la grande fenditura dell’essere umano; ma lui può confrontarsi con questa, deglutirla, vincerla. Gli psicoanalisti parlerebbero di sublimarla. L’angoscia del paziente ha per il medico un’altra esigenza: deve essere curata. Non è che l’angoscia non possa essere, per il paziente, primavera d’azione, come lo è, a volte, la patologia; meglio dire, come può esserlo. Alcuni soccombono, si consegnano a questa. Altri la convertono in un’autentica fonte di valori morali. In qualsiasi caso l’angosciato, per il fatto di esserlo, dà profondità alla sua esistenza. 

(J.J. López Ibor)

Il tema (topic) principale dell’opera è senza dubbio l’angoscia, da cui si dipanano i vari rema (focus): quello avviato da Kierkegaard, che intende l’angoscia come la realtà della libertà, possibilità prima della possibilità, cioè, l’angoscia come situazione ontica che apre all’ontologico, che ritroviamo, poi, anche nelle situazioni-limite descritte da Jaspers; quello enunciato da Heidegger nell’analisi esistenziale dell’essere-nel-mondo, in cui l’angoscia è data come situazione emotiva fondamentale, quindi, come condizione ontologica che permette il manifestarsi dell’ontico, una sorta di apertura alla fattualità, cioè, sto qui ed adesso che è poi lo stare-nel-mondo; quello descritto e delineato nel corso delle pagine da López Ibor, dove l’angoscia è, allo stesso tempo, un’antipatia simpatetica e una simpatia antipatetica. 

(G. Ceparano)

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