• Animamediatica 8-2022
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    Psicologia

    Animamediatica 8-2022
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Animamediatica 8-2022 Ebook

Gli autori

INDIVIDUALE - COLLETTIVO

Una rivista come la nostra nasce da un serrato dialogo tra coloro che, con passione e dedizione, scelgono gli argomenti da affrontare e li sviluppano. Quasi naturalmente, dunque, ci siamo incontrati sul tema, da sempre al centro della riflessione etica, filosofica e psicologica, del rapporto tra individuo e collettività. Volta per volta, il gruppo di lavoro – sineddoche della comunità allargata e della dimensione collettiva – rappresenta sia il contesto in cui ci è possibile realizzare iniziative, dando corso alle nostre riflessioni personali, sia l’ambito che erige un confine e persino un ostacolo alle nostre idee e ambizioni.
Ne è scaturito un numero in cui abbiamo cercato di cogliere lo spazio di intersezione tra i due termini opposti “Individuale / Collettivo”, in cui le due polarità appaiono non più separate e incomunicanti. In ciò riemerge l’etimologia stessa della parola “individuo”, ovvero “non diviso”, “non separato” dal suo contesto.
La questione, com’è noto, era già stata posta chiaramente da Aristotele, quando aveva definito l’essere umano come “naturalmente politico”1, ed è continuata in tutti i millenni successivi, interrogandosi l’umanità su quale posto dare alle istanze personali, rispetto a quelle sociali, man mano che si andava sviluppando il concetto di individuo, così come oggi siamo usi pensarlo. Questo, d’altronde, è in perenne discussione e sembra costantemente rischiare l’estinzione. Secondo Shoshana Zuboff (2019), un’ombra fitta sulla libertà dell’individuo contemporaneo la getta la trasformazione del capitalismo globale in “capitalismo della sorveglianza”, una tecnocrazia tesa al controllo e alla previsione pressoché totale dei comportamenti dei singoli soggetti. L’Autrice critica il prostrarsi della psicologia comportamentista e cognitivista alle profferte delle grandi multinazionali informatiche, e ricorda che il pericolo era già stato genialmente anticipato da Hannah Arendt, nel 1958, nel saggio Vita activa. La filosofa tedesca preconizzava che l’applicazione del sogno comportamentista di Burrhus Frederic Skinner avrebbe sedato l’uomo moderno, in funzione di una perdita di capacità critica e di partecipazione politica, per renderlo un meccanismo automatizzato e collettivizzato.
Per trovare i fondamenti dell’interiorizzazione psichica del rapporto tra individuo e collettivo, dobbiamo rivolgerci alla psicologia del profondo. Le basi le pone Sigmund Freud con la sua visione tragica di un conflitto insanabile tra le due entità: solo la sublimazione consente talvolta di alleviarlo, ma, per il padre della Psicoanalisi, esso riesplode in ogni circostanza, come un’incandescenza vulcanica. Carl Gustav Jung - il quale sosteneva causticamente che quando, in una stanza, si ritrovava con più di un’altra persona, subito avvertiva “odore di zolfo” – indicava una sintesi possibile soltanto nella relazione dialettica tra la coscienza individuale e le soverchianti forze dell’inconscio collettivo, che agitano il singolo e le masse.
Alfred Adler, il fondatore della Psicologia Individuale Comparata, notava ne Il senso della vita (1933), l’impossibilità di separare il soggetto individuale dallo sviluppo delle sue relazioni sociali, che sono intrise di investimenti affettivi sin dalla nascita: amicizia, amore e lavoro sono i tre ambiti nei quali si gioca la partita del “senso della vita”, fino a poter accettare il “senso della morte”. Su questa linea, in effetti, si è ritrovata tutta la psicologia moderna.
Un concetto molto fecondo per armonizzare istanze personali e vita comunitaria ci viene, infine, dal Giappone: l’ikigai. Il termine è composto da due kanji, “iki” (“vivere”) e “gai” (“senso/ragione”), e si presta a varie interpretazioni. Di fatto, esso ha una ricaduta spirituale, psicologica e sociale, in quanto spinge l’individuo a trovare una risposta autentica alle istanze e ai desideri del suo sé profondo, spesso rintracciandoli negli eventi del destino e nei vissuti dell’infanzia, per poi mediarli con la dimensione comunitaria e tradurli nella capacità di godere pienamente delle esperienze attuali, traendone persino una soddisfazione professionale. 
Sulla base di queste considerazioni, il lettore scoprirà nelle pagine di questo numero contribuiti che adottano ottiche culturali, psicologiche e artistiche, in un’equazione che declina in modo originale e creativo la tematica “Individuale / Collettivo”.

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