• Perché il pollo ha attraversato la strada?
    Neurologia

    Perché il pollo ha attraversato la strada?

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Perché il pollo ha attraversato la strada?

Gli autori
Orzi Francesco

Orzi Francesco

Neurologo

Quello che chiamiamo volontà, decisione o libera scelta corrisponde a una realtà che appartiene al mondo dell’esperienza soggettiva e non riusciamo a darne una definizione operativa. Ci sfugge cosa sia quell’io che noi percepiamo come autore delle scelte e degli atti che ne conseguono. Esiste quindi un problema metodologico di fondo, essendo impossibile soddisfare uno dei requisiti basilari dell’indagine scientifica: oggettivare, replicare e possibilmente misurare le osservazioni. 
Un approccio per affrontare l’argomento dal punto di vista neurobiologico consiste nell’usare modelli, che rappresentino un surrogato di quanto costituisce l’oggetto d’indagine. Per esempio, si può ridurre il problema della scelta volontaria a un paradigma sperimentale in cui lo stesso atto motorio è prodotto da uno stimolo esterno rispetto a uno generato spontaneamente. Nelle due condizioni si cerca di valutare quali siano le differenze in termini d’attivazione delle aree cerebrali e da qui si può tentare di individuare le aree che sottendono la decisione o volontà all’origine dell’atto motorio. Vedremo i limiti di questo approccio per sottolinearne l’inadeguatezza. 
Per queste intrinseche difficoltà e per il punto di vista, che vuole essere neurobiologico e non certamente filosofico, abbiamo preferito presentare anche storie. Sono storie vere di donne e uomini, che rappresentano condizioni in cui il legame tra volontà e azione è compromesso e le due entità sembrano avere una loro autonomia. Quello che chiaramente si evince da queste storie è la fragilità del nostro volere. Nei commenti su ciascuna di queste storie abbiamo speculato sulla difficoltà di interpretare il libero arbitrio all’interno di quello che sappiamo della neurobiologia e della materia fisica. Nasce la tentazione d’attribuire alcune funzioni della mente a “qualcos’altro” o “qualcun altro”. Ma forniamo esempi di come tale tendenza sia fallace. 
Rimane quindi il forte dubbio che le nostre decisioni e scelte non siano effettivamente tali e che il nostro libero arbitrio sia un’illusione. Oltre ad alimentare un dubbio, queste storie ci danno comunque un insegnamento, che potrebbe perfino cambiare la nostra vita di ogni giorno, le nostre tendenze o interessi: di fronte a un comportamento diverso o deviante dobbiamo trattenerci dal giudicare. Dobbiamo invece cercare di capire. E se il comportamento deviante è criminale, di certo l’individuo e la società civile hanno il diritto e il dovere di difendersi, avendo ben presente la differenza tra punizione e recupero.

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