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- Metamorfosi contemporanee
In molteplici miti della nostra tradizione (Dafne, Medusa, Narciso, Clizia, Adone, Aracne...) l’esito di una violenta intrusione è raffigurato attraverso la metamorfosi: la trasformazione di un essere umano in qualcosa di diverso da sé. Nel modello ferencziano dell’esperienza traumatica la risposta autoplastica ha luogo quando l’individuo non è in grado di fare fronte alla pressione esterna contenendola in maniera alloplastica, ossia agendo opportunamente sull’extrapsichico.
Un gruppo di psicoterapeuti e psicoanalisti si interroga sulla possibilità che il modello della metamorfosi sia utile per descrivere la processualità dei cambiamenti che stiamo vivendo ai nostri giorni. Nella prospettiva della disciplina psicoanalitica ci si chiede se in seguito all’esperienza pandemica non sia la Psicoterapia Psicoanalitica stessa a sottostare a una metamorfosi. Il contributo al dibattito del premio Nobel Giorgio Parisi poi, ci offre una visione particolare per una ulteriore sfida che il pensiero psicoanalitico deve affrontare. L’incedere del nuovo si confronta con i nostri usuali paradigmi di pensiero: l’intelligenza artificiale, la logica binaria, l’ibridazione uomo-macchina, le differenze culturali. Ci domandiamo se sia possibile sostare ancora una volta sull’area liminale dell’ignoto, per disporci ad accoglierne la sfida e continuare a vivere attraverso di esso.