• L'infantilizzazione come difesa dalla paura
    Psicoterapia

    L'infantilizzazione come difesa dalla paura

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L'infantilizzazione come difesa dalla paura

Gli autori
De Carlo Giulia I.

De Carlo Giulia I.

Psicologa, psicoterapeuta psicoanalitica

Mandese Annamaria

Mandese Annamaria

Psicologa, psicoterapeuta psicoanalitica

Petrini Piero

Petrini Piero

Medico Psichiatra

Tenaglia Marco

Tenaglia Marco

Psicologo, psicoterapeuta psicoanalitico

La valenza trasformativa della relazione psicoanalitica nell’ottica del PPM

L’infantilizzazione come difesa dalla paura è un elaborato che analizza un caso di Stato Limite Superiore nei suoi due aspetti tipici: il narcisismo patologico e la patologia delle relazioni oggettuali.
La trattazione clinica di un paziente sotto protezione appartenente ad un’Organizzazione Mafiosa – e in particolare alla Camorra – prescinde da un giudizio morale come mero fenomeno criminale, ma obbliga a sottolineare la rilevanza clinica e teorica che la cultura/ambiente assume nella storia di vita del paziente e nel suo percorso terapeutico.
La cultura mafiosa è totalizzante, infantilizza, deresponsabilizza e impedisce di accedere alla relazione tra pari, appiattisce dentro una concezione dell’assistenza e della protezione enfatizzando gli aspetti più profondi della paura, dell’attaccamento del bisogno di sicurezza. Imponendo ad una condizione di dipendenza permette solo configurazioni relazionali fondate sullo scambio: protezione contro fedeltà ed obbedienza. Allora l’infantilizzazione è l’unica difesa possibile dalla paura e permanere nell’infantilizzazione risulta più economico per la salvaguardia della psiche.
Per comprendere come il funzionamento psichico interagisca e rimanga influenzato dal mondo mafioso si è assunto un orientamento psicanalitico applicando il modello genitale della mente cui si ispira il Metodo del Processo Psicoanalitico Mutativo (PPM) che già dalla prima fase di intervento attiva processi trasformativi e rileva come il funzionamento psichico sia il risultato del rapporto tra le pressioni interne – esercitate dai propri bisogni psicologici ed emotivi – e le sollecitazioni provenienti dall’ambiente. La valenza trasformativa della relazione psicoanalitica e l’efficacia del Metodo hanno consentito l’evoluzione del funzionamento psichico ed il relativo cambiamento del paziente, che ha iniziato a relazionarsi con se stesso e con il suo mondo con modalità più assertive riprendendo le redini della sua vita e scegliendo di abbandonare il vittimismo per distanziarsi dallo stato di prigionia mentale cui era destinato. 
Il testo mostra passo per passo quegli scambi comunicativi tra psicoterapeuta e paziente che hanno permesso la progressiva liberazione di quest’ultimo da un modo disfunzionale di vivere verso l’apertura ad alternative più sane, salutari e mature, capaci di dare l’avvio ad un progressivo processo di benessere duraturo nel tempo.

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