Disabilità controcorrente

Gli autori

L’Accessibilità Universale non è un concetto alla moda, che faccia trend, ma comunque un diritto fondamentale che tutti dovremmo abbracciare e difendere: affrontare il tema dell’accessibilità degli spazi pubblici e privati, dell’istruzione, del lavoro nonché il tema della mobilità totale e garantita, tenendo in particolare considerazione i diritti delle persone con disabilità, determina la qualità della vita dell’intera comunità nazionale. 
Case, scuole, luoghi di lavoro, spazi pubblici universalmente accessibili sono il presupposto per l’effettivo esercizio del Diritto di Cittadinanza nell’estensione che l’articolo 3 della Costituzione disegna quando attribuisce alla Repubblica il compito di «rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese»: ostacoli e sviluppo della persona sono termini che, come in molti luoghi della Costituzione, evocano un continuum tra la natura programmatica e quella precettiva di disposizioni della Carta. Né si può dimenticare la formulazione dell’articolo 32 della Costituzione così come è stato interpretato dalla giurisprudenza costituzionale e ordinaria, che si sono incaricate di ricostruire un “diritto vivente alla salute”.
Sono 13 milioni le persone con disabilità che vivono in Italia. Il problema delle barriere, materiali e immateriali, non riguardano tuttavia solo le persone con disabilità ma coinvolgono tutti i cittadini, talvolta solo in una fase della loro vita o in brevi e occasionali momenti: i bambini, gli anziani, i genitori col passeggino, le donne in stato di gravidanza, le persone che sono costrette a muoversi con le stampelle o con la carrozzina, gli ipovedenti, i non vedenti, i passeggeri con le valigie e persino chi trasporta borse della spesa. E poi è da sottolineare che le disabilità sono una condizione strettamente legata all’invecchiamento della persona e che viviamo in un mondo sempre più popolato da anziani. Il report demografico diffuso da Istat il 3 maggio 2018, relativo alle previsioni al 2065 descrive il picco di invecchiamento della popolazione che caratterizzerà l’Italia nel periodo 2045-2050 quando la quota degli ultrasessantacinquenni sarà prossima al 34% della popolazione.
Il tema delle disabilità e la rimozione delle barriere materiali e immateriali richiede un’attenzione particolare, se si intende difendere e sostenere il diritto all’inclusione di tutti i cittadini: perché una condizione di debolezza, transitoria o permanente, può riguardare qualsiasi persona, senza che nessuno possa vantare alcuna superiorità o invulnerabilità.
Autonomia, per le persone con disabilità, non vuol dire solo acquisire alcune competenze, ma riconoscersi adulti e sentirsi tali. Non significa fare tutto da soli, ma integrare le proprie competenze con quelle degli altri e saper chiedere aiuto. 

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