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- Psicoanalisi Un'attività autobiografica
L’oggetto psicoanalitico non è solamente un oggetto generato per la conoscenza, che acquisisce forma nell’interpretazione psicoanalitica, che è espressa in un linguaggio denotativo. L’autrice si confronta qui con un oggetto che dipende dal contatto diretto dell’analista con la realtà psichica e la mente primordiale. È con questo ultimo senso, che, mi sembra, Anne Lise si intrattiene maggiormente nella clinica e, conseguentemente, nei suoi testi. Lei conosce abbastanza le difficoltà che questo aspetto dell’oggetto psicoanalitico comporta, una volta che, con esse, l’analista dipende più dall’illimitata esperienza emozionale che dalla conoscenza e le sue rappresentazioni; aldilà di questo, deve essere capace di servirsi di essa nell’incontro delle forme espressive o estetiche finite, sia nella comunicazione con se stessa o con l’analizzando.
Dalla Prefazione di J. Frochtengarten
Il libro di Anne Lise Silveira Scappaticci è sicuramente fondato su un profondo senso di “fede”, per cui il suo concentrarsi sul lavoro autobiografico, quell’autobiografia che il paziente tratteggia nella sua analisi, o le autobiografie di Bion … permette di apprezzare profondamente il percorso dal “sapere su” all’essere. L’autrice usa la sua personalità e la sua sensibilità per dare al paziente un contatto con la propria Verità, che fa sì che la sonda psicoanalitica permetta di scorgere aspetti di se stesso nascosti o non ancora espressi, in quel lavoro paradossale di approfondimento nel passato ed espansione nel futuro che è l’analisi.
Dall’introduzione all’edizione italiana di L. Trabucco